Food marketing: le tendenze del 2025
Quando si parla di marketing, con il settore food si apre un capitolo a parte interamente dedicato alla sua industria, in cui vigono regole proprie, dinamiche particolari e comportamenti che richiedono strategie su misura.
D’altronde, il settore food è il primo in Italia per contributo al PIL, pari al 3.8% del totale.
Con “food marketing“, dunque, intendiamo tutte quelle attività volte a promuovere e commercializzare prodotti del settore alimentare.
Ma la realtà è che il food marketing non si limita a pubblicizzare un prodotto, ma lavora sull’intera esperienza del cibo, influenzando il modo in cui lo percepiamo, lo scegliamo e lo consumiamo.
Emblematico è il caso della “Pepsi challenge”, una delle campagne di marketing più vincenti e iconiche di sempre da parte del brand statunitense. Negli anni ’70 in America iniziarono a comparire piccoli stand in cui si proponeva un blind test, ovvero un assaggio alla cieca: da una parte un bicchiere di Pepsi, dall’altro uno di Coca-Cola. Il risultato fu che molti americani indicarono la Pepsi come bevanda più buona, nonostante la Coca-Cola fosse la più venduta.
È evidente come una buona strategia sia in grado di influenzare le scelte dei consumatori, soprattutto nel food marketing.
Altrettanto fondamentale è quindi rimanere aggiornati sulle tendenze del momento, con l’obiettivo di attrarre nuovi utenti e preservare nel tempo l’interesse di quelli già acquisiti.
Nelle prossime righe troverai le cinque tendenze principali del food marketing nel 2025, attorno alle quali potrai sviluppare una strategia su misura per la tua attività.
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1. Food influencer
Quella del food influencer è una figura nata diversi anni fa e costantemente in divenire. Può essere considerata come l’evoluzione dei food blogger, la cui maggioranza si è trasformata in creatori di contenuti sulle piattaforme social del momento.
Dai video lunghi e orizzontali di YouTube agli shorts in verticale di TikTok e Instagram, i food influencer sono capaci di ispirare i propri seguaci e influenzare le loro scelte in materia di cibo. Le opinioni e i consigli dei propri influencer preferiti, dunque, giocano un ruolo importante nelle scelte delle persone.
Il macro-gruppo dei food influencer è composto da:
- Chef professionisti che mostrano le proprie creazioni al pubblico;
- Cuochi amatoriali che amano condividono ricette dalla propria cucina di casa;
- Esperti di mixologia o sommelier;
- Content creator a tema cibo;
- Nicchie (healty, vegan ecc.).
La collaborazione con influencer può spesso rivelarsi un elemento vincente all’interno di una strategia di food marketing.
2. Storytelling nel food marketing
Lo storytelling rappresenta uno degli strumenti di marketing più diffusi ed efficaci del momento. Quello del food è uno dei settori che si sposa meglio con la pratica dello storytelling, poiché il cibo non è solo gusto, ma anche emozione, memoria e cultura da condividere.
Rispondendo alla crescente richiesta di trasparenza e genuinità da parte dei consumatori moderni, il food storytelling consente di andare oltre il semplice prodotto. I clienti non si accontentano più di ciò che acquistano, ma vogliono scoprire la storia e i valori che si nascondono dietro ogni scelta. Così si crea una connessione autentica con il brand.
La propria strategia di storytelling può essere incentrata su un singolo piatto, su un prodotto, sull’imprenditore o sui valori dell’azienda, sui consumatori finali.
“Mulino Bianco”, storico marchio italiano produttore di decine di biscotti e merende che riempiono gli scaffali dei supermercati, negli ultimi anni ha consolidato il proprio brand grazie a un potente storytelling. Tutti abbiamo bene in mente le loro campagne pubblicitarie, che trasmettono un ideale di famiglia e tradizione.
Leggi anche: Brand storytelling: perché implementarlo nelle tue strategie di marketing (+ esempi)
3. Sostenibilità nel food marketing
Sempre più persone ritengono la sostenibilità uno dei principali fattori di scelta nell’acquisto di un prodotto. Adottare soluzioni che rispettano l’ambiente è una componente fondamentale per un corposo bacino di utenti.
Negli ultimi anni si è assistito a un aumento dell’utilizzo di materiali biodegradabili, compostabili e riciclati per quanto riguarda il packaging. Ma la sostenibilità può anche essere una forte leva di marketing, con l’obiettivo di costruire una reputazione positiva e fidelizzare i clienti comunicando in modo trasparente le proprie pratiche sostenibili.
Le aziende che integrano la sostenibilità nelle proprie strategie di marketing hanno l’opportunità di differenziarsi, creando campagne che non solo promuovono il prodotto, ma raccontano anche una storia di impegno e responsabilità.
4. Trasparenza e fiducia nel marketing alimentare
Nel 2025 l’attenzione alla qualità e alla provenienza degli ingredienti, in particolar modo in Italia, è elevata. I consumatori vogliono conoscere cosa mangiano, da dove provengono gli alimenti e come vengono prodotti.
Sempre più consumatori danno valore agli aspetti etici e sostenibili dei prodotti alimentari; non si tratta solo di trovare ciò che costa meno, è più buono o più salutare: oggi molte persone vogliono sapere cosa c’è dietro un marchio.
La trasparenza è diventata un fattore decisivo, tanto che molti consumatori preferiscono spendere qualcosa in più pur di affidarsi a brand chiari e sinceri, mentre evitano quelli che non comunicano in modo aperto le proprie pratiche. Quando i rivenditori e i produttori condividono le informazioni, i consumatori sono più propensi a fidarsi e a raccomandare queste aziende, migliorando i risultati complessivi e a lungo termine.
5. QR code e food marketing digitale
Negli ultimi anni, i QR Code si sono affermati come strumenti pratici, versatili e immediati, in grado di semplificare l’accesso a contenuti digitali con un semplice gesto: basta inquadrare il codice con il proprio smartphone e aspettare pochi istanti.
Nel food marketing, il QR Code rappresenta una risorsa preziosa perché consente di ottimizzare gli spazi fisici e amplificare le informazioni trasmesse. In un piccolo quadrato possono infatti concentrarsi elementi essenziali per coinvolgere il consumatore in modo diretto, trasparente e dinamico.
Oggi basta un QR Code sul tavolo per consultare comodamente il menù dal proprio telefono, evitando sprechi di carta e aggiornando facilmente piatti e prezzi. Ma il potenziale va ben oltre: i QR Code possono essere usati per fornire dettagli su ingredienti, allergeni, valori nutrizionali, provenienza dei prodotti o processi di lavorazione, rispondendo così alla crescente domanda di trasparenza.
Inoltre, possono diventare veri e propri ponti digitali che collegano il cliente al mondo del brand, rimandando a profili social, landing page dedicate o contenuti esclusivi. Il risultato? Un’esperienza d’acquisto arricchita e un’interazione più profonda con il marchio.
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